Quattro i pullman che hanno portato a Roma, Piazza San Pietro, gli sportivi della Full Dance, dell’ IMBA Muay Lert Rit, dell’Atletica Libertas e dello Sporting San Cesareo. L’abituale udienza di ogni mercoledì del Papa con i fedeli, mercoledì 22 febbraio 2017 ha compreso anche i nostri. Doveva avvenire nell’Aula Nervi, ma per l’enorme afflusso dei visitatori, l’incontro è avvenuto fuori. Gli organizzatori sono riusciti ad ottenere posti molto vicini al Papa sia sul sagrato che sul percorso. Mario e Angelo Leli, Oreste Cecchini, Sandro Carletti, Stefano Roma, gli sponsor Antonio Bisceglie della Property Manager “ Agenzia Immobiliare” e Gianluca Giovannetti dello Studio Tecnico 3G e il Presidente del Centro Anziani, Gino Pera hanno avuto la possibilità di vedere e di salutare Papa Francesco. Il direttore tecnico dello Sporting San Cesareo ha presentato a Sua Santità sia lo striscione che la maglietta e il manifesto del progetto “Diamo un Calcio al Bullismo”. Il progetto sta avendo ampia diffusione e adesioni dalle società sportive del Lazio e della Lega Nazionale Dilettanti. Il regista di quanto è avvenuto in Piazza San Pietro è stato il Vescovo di Palestrina, Mons. Domenico Sigalini, il primo ad aderire alla singolare manifestazione. L’iniziativa di abbinare non solo al calcio, ma anche ad altri sport una funzione sociale ed educativa non lascia indifferenti. I giovani non vanno abbandonati a se stessi o, peggio ancora, a chi li considera facili leve da arruolare in organizzazioni criminali. Di queste ce ne sono fin troppe e sono sempre in fase crescente. I Papa ha afferrato a volo l’idea, l’ha accettata benedetta e dato l’esempio di metterla al più presto in atto, ponendo, senza alcuna esitazione, la sua firma sul logo di “Diamo un Calcio al Bullismo”. Il 22 febbraio sarà un giorno indimenticabile per gli oltre 200 sancesaresi, che hanno avuto il merito, ma anche la fortuna di aver partecipato all’udienza. Il più giovane dei visitatori è stata Carlotta Roma di appena 4 mesi. Papa Francesco l’ha tenuta in braccio, mentre papà Stafano doveva prendere e mostrare a Sua Santità il materiale da fargli vedere e firmare. Il Santo Padre, nel prendere la bambina in braccio ha esclamato: “Anche il baby sitter devo fare!” E che baby sitter, diciamo noi, perché questo Papa accoglie ogni persona umana, senza alcuna distinzione e la considera un dono di Dio. Se noi non fossimo il suo capolavoro, perché Gesù ci avrebbe insegnato ad amarci l’un l’altro? A che vale amare le persone e anche la natura se non hanno alcun valore?